Ammalarsi di stress e tristezza è possibile, le patologie psicologiche sono pericolose quando non tenute sotto controllo. Se si vivono 5 di questi segnali, si è sull’orlo di un esaurimento emotivo da curare.
Curare lo spirito è spesso dato per scontato, e questa è una situazione più che preoccupante. Le persone danno più spazio alle cose materiali, disconoscendo quelle che potrebbero intossicare l’anima. Il micro-stress quotidiano è come assaggiare ogni giorno un po’ di veleno, senza però poi conquistare il superpotere dell’immunità. Se si hanno questi sintomi, si tratta di 5 segnali che favoriscono un esaurimento emotivo, bisogna agire in tempo prima che accada il peggio.
Basta associare l’esaurimento emotivo alla tristezza, perché non è affatto così. Quando si è giù di morale, può capitare che lo si è in balia di ormoni e piccoli fastidi, ma tante volte la malinconia è sintomo di qualcosa di peggiore. Significa non riuscire a vestirsi, anche solo lavarsi la faccia e fare ciò che di solito è benessere per la propria anima, come guardare un film o leggere un libro.
Non è solo quando si dice “non ce la faccio più” che si manifesta un profondo malessere, ma anche quando non si trova più gioia e serenità in ciò che si fa.
Proprio per questo bisogna fare attenzione a dei segnali che sono dei veri campanelli d’allarme. Riconoscerli è un bene sia per sé stessi, che per il prossimo al proprio fianco. Tutti sono un po’ tristi, ma alcuni potrebbero sprofondare in un vortice di esaurimento emotivo che porta solo atteggiamenti disfattisti ed autodistruttori.
Quali sono i peggiori 5 segnali di un esaurimento emotivo? Soprattutto come gestirli una volta riconosciuti? Dire che serve fare terapia non è scontato, anzi sarebbe la norma. Ma oggi si puntualizza sulle modalità di auto-analisi, specialmente nel saper cogliere e riconoscere le situazioni più pericolose e che bisogna attenzionare per curare l’anima.
Per prima cosa si afferma che le crisi emotive sono fisiologiche, nessuno è avulso. Anzi sarebbe anormale non averne sofferto almeno una volta nella vita. Certo, se sono dinamiche che si presentano con una certa continuità invalidando la vita del singolo, allora ci si potrebbe trovare davanti una condizione patologica e non soltanto un “brutto momento”. Ma quel che bisogna riconoscere è che avere un atteggiamento ben disposto, è la prima chiave di volta.
Attenzione, questo non significa simulare positività laddove questa non può sussistere. Piuttosto vuol dire avere la consapevolezza che dove c’è il peggio, potrebbe giungere un pizzico di bene. La speranza, anima i coraggiosi. Quest’ultimo tratto non è sempre vincente, o meglio, non esce fuori se prima non si prova un po’ di “paura.” Essere spaventati può essere quella molla che aiuta a riemergere. Per questo tutte le emozioni sono importanti, e non vanno invalidate, specie in queste situazioni.
Se ci si sente vuoti, ed al contempo incastrati in un flusso vitale totalmente privo di controllo che non soddisfa, allora sì, si può vivere un esaurimento emotivo. È chiaro che è differente per ogni persona, anche il livello di intensità a gravità. Soprattutto in alcune fasi di vita è normale subirne uno. Certe crisi vanno affrontate per esprimere la parte migliore di sé, basta soltanto saperne cogliere i frutti. È una dura lezione, ma è la vita.
Sbalzi d’umore, difficoltà a mantenere il focus sulle cose, non riuscire a dormire o farlo troppo, mangiare poco o esagerare, dare meno al lavoro ed allontanarsi dalle persone, o peggio attaccarsi morbosamente a dei rapporti. Questi sono tutti i segnali della crisi emotiva in corso.
Possono sussistere tutti, alcuni, o solo uno, ma anche alternandosi. Insomma, ognuno ha la sua personalissima crisi. L’obiettivo è quello di non dare per scontate le cose. Se prima si amava passeggiare, ma adesso si è “scarichi”, non se ne ha voglia, non bisogna rinunciare, perché implicherebbe dire di no a quell’attività che di solito nutriva l’anima.
Le esperienze traumatiche, la malattia, una patologia psicologica, fallimenti personali, ma anche solo dello stress quotidiano, possono causare tutto questo, non bisogna mai vergognarsene. Come risolvere? Iniziare una terapia psicologica è il primo passo, a cui segue una presa di posizione: bisogna prendere in mano la propria vita. Non compiendo decisioni drastiche, ma accettandosi così per come si è, anche fragili.
Aprirsi con parenti e amici fidati, è conforto. Riequilibrare il tempo passato al lavoro e nel svago è un altro gesto da non sottovalutare, come anche prendersi una pausa. È questo il segreto del benessere. Staccare la spina, senza pensare a ciò che disturba, è una medicina che lentamente esaurisce il suo effetto benefico, ma che garantisce benessere emotivo a chi si prende cura di sé.
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