Conosci queste parole italiane? Stanno per essere dimenticate!

Comunicare bene è la chiave della vita, e se conosci queste parole italiane non puoi che “manifestare tutti i tuoi desideri alla perfezione”. Di conseguenza? Si realizzano!

Ci sono delle parole italiane che stanno per essere dimenticate. Infatti, se non le conosci non c’è proprio una colpa, ma è frutto di abitudini, cultura e omologazione anche nella comunicazione. Si dice che chi parla bene dei puoi desideri, sia in grado di realizzarli favorendoli con la manifestazione. Dicerie o meno, la semplice curiosità determina un aspetto interessante. Se conosci queste parole potrai sicuramente avere un linguaggio che si distingue.

La comunicazione è il pane dei social media odierni, poiché è la chiave che ne determina il successo. Ci sono però delle parole che ad oggi risultano scomparse, suscitando del riso perché si tratta di termini che una volta letti, sono impossibili da dimenticare proprio per la loro particolarità. Ma com’è possibile?

Come già accennato, l’omologazione è l’origine di questa penuria di particolarità culturali. Laddove si utilizza un slang sempre più globale, come ad esempio la lingua inglese, è facile dimenticare delle parole italiane che sono complesse da tradurre o che comunque articolano il discorso.

La questione assurda però sta nel fatto che nella lingua italiana, più è specifico un termine, maggiore è la sua resa. Potrebbe dirsi lo stesso nell’utilizzo del dialetto locale, ma anche questo c’entra.

Se conosci queste parole italiane, sei un portentoso linguista!

In molti casi non si sfruttano terminologie particolari proprio per il fatto che il dialetto locale sovrasta l’uso della lingua italiana. Di conseguenza è per una commistione di omologazione ed estrema particolarità dialettale, che alcune parole della lingua italiana cadono nel dimenticatoio. Farle riaffiorare equivale a regalare un pezzetto di storia, e perché no, le si potrebbe riutilizzare.

Di quali termini si tratta? Dire “SAGITTABONDO” non significa parlare di una persona del segno del Sagittario che ha qualcosa che non va. Piuttosto equivale ad indicare qualcosa sul piano relazione. Infatti, lo si utilizza per rappresentare uno scambio di sguardi che fanno innamorare. Per intenderci, gli occhietti languidi! Chi l’avrebbe mai detto che nell’arte del corteggiamento chi è sagittabondo ha la meglio?

Che dire di “INANITÁ”? Non tratta un essere inanimato, ma un atteggiamento di vacuità che non si accorge degli scorzi compiuti. Insomma, concerne una sorta di apatia rispetto dei gesti fatti dal prossimo o anche da sé stessi nel raggiungimento di scopi. Come se venissero dati per scontati.

Ancora, qualcuno si è mai sentito dire che è “SACRIPANTE?”, meglio di no, perché non è un bell’aggettivo. Implica la visione di un uomo troppo abbondante, grande, ma soprattutto… briccone! Una sorta di falso e prevaricatore. Quindi, non proprio un bel quadretto per descrivere un amico.

E se si dice “PLETORICO?” No, non si rammenta a qualche Era della Preistoria come il Paleolitico, ma si parla di qualcosa che “eccede”, anche numericamente parlando, e lo fa più del necessario. L’eccedenza di una situazione o del modo di agire di un individuo.

Stessa cosa per “TRASECOLARE”, nulla ha a che fare con i secoli e la storia, ma con una persona che rimane semplicemente… sorpresa! Si tratta del restare di stucco davanti a qualcosa.

Dire “SMARGIASSO” è un altro modo per dire “FANFARONE”, sono dei sinonimi divertenti. Infine, con “SGARZIGLIONA” si parla al femminile, indicando proprio una donna avvenente e prosperosa!

Conoscevi tutti questi termini? Utilizzarli in una discussione eleva il linguaggio e rende unici!