Era uscito dalla porta per rientrare dalla finestra come si suol dire: con la legge di Bilancio 2025 torna, a sorpresa, il Reddito di Cittadinanza.
Nato nel 2019, sotto il Governo “gialloverde”- quello che ha visto alleati Lega e Movimento Cinque Stelle sotto l’egida di Giuseppe Conte, alla sua prima esperienza di premier – il Reddito di Cittadinanza ha avuto vita assai breve. Infatti è stato cancellato dal Governo di Giorgia Meloni con la legge di Bilancio 2024.
Il premier fu anche minacciata per questa decisione che, però, ha voluto portare avanti come da promessa fatta agli elettori durante la campagna elettorale. Il Reddito di Cittadinanza è stato abolito in quanto ritenuto non efficace a raggiungere lo scopo per il quale era nato: reinserire i disoccupati nel mondo del lavoro.
Le famiglie in difficoltà, in ogni caso, non sono state lasciate sole poiché l’attuale Esecutivo, sempre con la legge di Bilancio 2024, ha introdotto due nuovi sussidi: l’Assegno di Inclusione e il Supporto Formazione e Lavoro. Strumenti ritenuti non sufficienti, però, dai partiti di Opposizione. E così, mentre si discutono le ultime modifiche alla legge di Bilancio 2025, torna a fare capolino il Reddito di Cittadinanza.
Reddito di Cittadinanza: il “ritorno” che nessuno si aspettava
A gran sorpresa, dopo solo un anno dalla sua abolizione, si torna a parlare di Reddito di Cittadinanza. I due sussidi messi in campo dal Governo di Giorgia Meloni con la legge di Bilancio 2024, infatti, non sembrano sufficienti e, dunque, il vecchio RDC fortemente voluto dai Cinque Stelle potrebbe presto tornare.
Per il momento si tratta solo di una proposta proveniente dai banchi del Movimento Cinque Stelle. Il partito di Giuseppe Conte insiste affinché venga reintrodotto il vecchio Reddito di Cittadinanza in quanto l’Assegno di Inclusione e il Supporto Formazione e Lavoro non basterebbero a contrastare la povertà e le disuguaglianze sociali.
L’Assegno di Inclusione, a ben vedere, ha lo stesso importo e la stessa durata del vecchio RDC: 500 euro al mese più altri eventuali 280 per chi vive in affitto; può essere erogato fino a 18 mesi e, dopo uno stop di appena un mese, può essere prorogato per altre 12 mensilità. Tuttavia per ottenerlo non è sufficiente avere Isee e reddito bassi. E’ anche indispensabile che almeno un membro della famiglia sia “non occupabile” cioè minorenne oppure over 60 oppure affetto da disabilità in percentuale pari o superiore al 74%.
Il Supporto Formazione e Lavoro, invece, si rivolge alle persone senza disabilità e di età compresa tra i 18 e i 59 anni. Consiste in un contributo di 350 euro al mese per 12 mesi è non può essere prorogato: se una persona in questi 12 mesi non trova lavoro, quindi, poi resta senza nulla. Per i partiti di Opposizione questi due aiuti non sono abbastanza. Il parlamento accetterà la proposta del M5S di reintrodurre il vecchio Reddito? Staremo a vedere nelle prossime settimane cosa verrà deciso.