Metalli pesanti nel cioccolato fondente più famoso al mondo: una scoperta preoccupante che ha portato a dei dubbi sulla sicurezza di uno dei prodotti più amati nel mondo.
Il nome Lindt è noto per essere cioccolato di alta qualità, apprezzato in tutto il mondo. Ma recentemente l’azienda svizzera è finita al centro di una disputa legale negli Stati Uniti. I consumatori hanno avviato una class action contro Lindt & Sprüngli, il marchio noto per le sue tavolette e praline, a seguito della scoperta di metalli pesanti nei suoi prodotti.
Metalli pesanti nel cioccolato fondente
Nel 2022, l’organizzazione no-profit Consumer Reports ha esaminato 28 diverse barrette di cioccolato fondente vendute negli Stati Uniti e ha rilevato la presenza di piombo e cadmio in alcuni campioni. I risultati dell’inchiesta hanno portato preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda i livelli di questi metalli nel cioccolato Lindt. Secondo i dati, il cioccolato fondente all’85% della marca conteneva piombo e cadmio ben oltre i limiti considerati sicuri dalla California, superando il 160% di piombo e l’80% di cadmio.
La difesa di Lindt e le possibili soluzioni
L’azienda svizzera ha cercato di difendersi sostenendo che le etichette dei suoi prodotti non avessero mai promesso l’assenza di metalli pesanti. Lindt ha anche sottolineato che le affermazioni sul cioccolato, come “eccellenza” e “realizzato sapientemente”, dovrebbero essere interpretate come espressioni di marketing piuttosto che come garanzie di sicurezza assoluta. Nonostante queste argomentazioni, un tribunale distrettuale di New York ha respinto la difesa, affermando che la reputazione del marchio potrebbe aver influenzato la fiducia dei consumatori nella qualità del prodotto.
La situazione ha portato a un dibattito sul controllo dei livelli di contaminanti nei cibi. Sebbene l’inchiesta di Consumer Reports abbia messo in evidenza anche altri marchi, come Tony’s Chocolonely e Godiva, con risultati simili, Lindt è stata la più criticata, probabilmente a causa della sua fama internazionale. In più, secondo alcuni, l’azienda avrebbe dovuto prendere provvedimenti per ridurre i livelli di metalli pesanti già dal 2014, quando avrebbe conosciuto il problema.
In risposta alla controversia, la questione della contaminazione da metalli pesanti nel cioccolato sta spingendo i produttori a riflettere su come migliorare i loro processi. Tra le possibili soluzioni, alcune aziende stanno investendo nella selezione di terreni a bassa contaminazione e nell’adozione di pratiche agricole più sicure. Altri marchi, invece, stanno puntando su test di sicurezza regolari per garantire la trasparenza con i consumatori. Mentre in futuro si potrebbero esplorare metodi innovativi, come la coltivazione di fave di cacao in laboratorio.