I numeri sono portatori di superstizioni, ma per quale ragione? Se fanno paura c’è più di una motivazione. Come se non bastasse, non è solo il numero 17.
Ci sono infiniti numeri, e da ciò ne discende che sussistono infinite condizioni di sfiga? Il timore è tanto, ma non solo per gli italiani. Sono diverse le personalità che credono alle superstizioni. In molti casi si tratta di una questione prettamente culturale, non solo una “diceria”. Soprattutto sapere che ogni parte del mondo faccia i suoi spergiuri… è incredibile!!
C’è chi rifiuta a prescindere di sposarsi di venerdì 17, come anche sedersi a tavola in 13, ma quali sono le ragioni che portano le persone a credere fortemente a queste situazioni? Soprattutto perché non si tratta solo di individui con una certa sensibilità, ma quanto di chi nella propria vita mantiene di solito un atteggiamento più che razionale.
Forse perché la sfortuna non discrimina le persone? Al di là dell’ironia, ci sono delle spiegazioni di matrice culturale che distinguono ogni singolo popolo. Se gli italiani sono abbastanza famosi per i cornetti rossi partenopei, e le varie “formule di spergiuro”, c’è un’altra popolazione che non può fare a meno di rispettare i dettami per “una buona fortuna”.
Come se non bastasse, non solo i numeri 17 e 13, bisogna tutelarsi con maggior cautela dalle superstizioni. Una volta conosciute le altre cifre, ecco che il timore di cadere nella sfiga non può che aumentare.
Superstizioni e numeri nel mondo: quali sono i più pericolosi
La eptacaidecafobia è letteralmente la “paura del numero 17”. Si risponde subito al quesito, in relazione ad uno dei numeri più sfigati di sempre, appunto il 17: perché è fonte di sfortuna? Qui sono gli antichi romani a tramandare la pratica di spergiuro. Poiché lo stesso numero scritto XVII riportato con l’anagramma “VIXI” significa “sono vissuto”. Quindi parlando al tempo passato sarebbe un presagio di… morte!
La notizia fa accapponare la pelle anche ai più “stoici” della situazione. Anche perché parlando proprio di stoicismo tra gli antichi, nello specifico dei latini, sembra assurdo, ma ne avevano grande paura. Se gli stoici si “distaccavano dalle emozioni”, bisogna ricordare che tra quelle più estreme e alla quale è impossibile “allontanarsi”, è proprio la paura. Ma i numeri di sfortuna non finiscono qui, perché ce ne sono degli altri.
Perché si ha paura del numero 13? Di triscaidecafobia, cioè paura della suddetta cifra, ne soffrono parecchie persone in Italia, Stati uniti, e persino in America Latina! La ragione? Perché osservando le regole matematiche, il numero precedente il 12 è quello più altamente scomponibile, mentre il successivo, il 13, no, essendo un numero primo. Significa che può fare i conti “solo con sé stesso”, perché non divisibile con tutti gli altri.
Qui ci sono due risposte, la prima attiene alla religione cattolica: all’ultima cena i discepoli erano 12+1, cioè Giuda. Ma anche i nordici traggono dalla loro mitologia la ragione di tanta paura del 13. Questa risale ad un’altra cena, quella delle 12 divinità, e la 13esima non invitata sarebbe nientepopodimeno che quella della discordia e caos.. Loki!
Senza dimenticare gli altri popoli superstiziosi, si sta parlando di cinesi, coreani, giapponesi e taiwanesi. Tutti loro soffrono di tetrafobia! Si sta parlando della paura del 4 che è perfettamente paragonabile a quella delle cifre sopracitate. Per quale ragione? È tutta una questione di “assonanza”. In cinese, il numero di pronuncia “sì”, e in virtù della stessa traslitterazione, è simile alla parola sĭ che tradotta significa… morte! Stessa similitudine di suono sussiste nelle altre popolazioni asiatiche citate!
