Sei pigro? Impara le 6 tecniche giapponesi, la tua vita migliorerà

Unione di mente e corpo, se sei pigro impara le 6 tecniche protagoniste dalla cultura giapponese. Non serve essere i più abili, ma curiosi ed attenti.

Quante volte ci si è sentiti un po’ vuoti? O meglio quella sensazione in cui manca qualcosa nella propria vita, la situazione in cui si “vorrebbe fare di più”, ma non si trova la strada giusta. Alla fine, la frustrazione genera ansia, delusione e incuranza di sé, le componenti della via maestra per l’inerzia. Ed è proprio attuando le 6 tecniche in questione che si impara a far fronte ad una vita che delude, non sei solo pigro, hai bisogno di una guida.

Trovare il percorso di vita che fa stare bene non è semplice, o meglio non è una roba che “cade dal cielo” per chiunque. A volte, bisogna fare i conti con uno stato di precarietà che rende la vita vuota e spenta. Le relazioni aiutano a sopportare tutto questo, ma è quella con sé stessi a fare la differenza.

La chiave giusta è sapere attuare queste 6 tecniche in maniera naturale, costruendo un impalcatura emozionale ed esperienziale solida e ben messa. Attenzione, questo non vuol dire fare tutto bene, ma compiere le azioni con consapevolezza.

La vita migliorerà per tutti coloro i quali hanno bene in mente cosa significhi costruire su macerie. Capire qual è il proprio scopo nella vita, non è facile, ma una meta da perseguire con costanza insieme a tante altre verità che nessuno confessa.

Impara le 6 tecniche, non sei pigro, hai bisogno di coraggio!

Coraggio e stimoli possono fare la differenza nel percorso di chiunque. Non è mai troppo tardi per ricominciare, riprendersi e ridisegnare il cammino della propria esistenza. Non è facile, ma se non è vita questa, allora, cosa lo è? La felicità è una conquista effimera, è lo stato di contentezza a conquistare la svolta. Tra le 6 tecniche ci sono degli step da non sottovalutare.

Si è accennato a trovare il proprio scopo nella vita, e questa è la prima tecnica che ha il nome di “IKIGAI”. Letteralmente, significa trovare un senso alla propria esistenza in “quel qualcosa” che fa alzare al mattino e dà la spinta per fare tutto il resto. Avere un obiettivo preciso orienta nella lotta per i propri sogni, anche la motivazione più semplice, può consolidare questa importante azione che nel quotidiano migliora la vita.

Segue “KAIZEN”, cioè il mantenere il focus su quelli che sono piccoli miglioramenti, valorizzandoli. Non sono soltanto le grandi conquiste a determinare ciò che si è. Anzi, sono proprio quelle vittorie quotidiane nel “sorriso di un amico”, o in un gesto di riconoscenza, a rendere davvero vivi.

Ancora chi ha mai sentito parlare di “Tecnica pomodoro?” Consta nel lavorare proattivamente per 25 minuti senza distrarsi, e poi arrivare al 30esimo minuti con cinque minuti di pausa. E poi ancora, ricominciare il ciclo. In questo modo, si riesce a fare di più per molto meno tempo, senza affaticarsi ma godendo della giusta pausa come ricompensa.

“HARA HACHI BU”, è la quarta tecnica, equivale a non abbuffarsi di cibo. Quando si raggiunge una soglia tipo dell’80%, si deve smettere di mangiare. Cioè raggiungere uno stato di “quasi sazietà” fa bene, perché aumenta l’energia durante la giornata.

All’ultimo quinto posto, c’è il “SHOSHIN”, riguarda l’attitudine che si mette nelle cose. Guardare i nuovi inizi come un “principiante” è la mossa vincente, la curiosità mantiene vivo l’interesse e rende perspicaci.

Ultima tecnica, ma non meno importante, c’è la “WABI-SABI”, ed è forse il gesto che molti dimenticano di fare. Abbracciare l’imperfezione. Basta sottolineare ogni piccolo dettaglio, perché agire è meglio che attendere una perfezione che non si realizzerà.