Come capirlo se il tonno è inquinato, mica si posseggono le migliori attrezzature di un laboratorio di analisi! Non serve questo, ma osservare bene i dettagli
Con il tonno inquinato non si scherza, anche perché fonte di malesseri che nel tempo potrebbero aggravarsi. Non solo gastriti e gastroenteriti, ma anche malattie più gravi come i tumori. Questo perché l’alimento potrebbe venire da delle aree non proprio pulite dal punto di vista ambientale. Com’è possibile che in Italia arrivino questi prodotti?
Non sempre all’interno del territorio italiano entrano dei prodotti del tutto “sani”. Sicuramente l’Italia è tra i Paesi che più tra tutti attua un controllo mirato sulla qualità alimentare, ma ci sono cibi che risultano appunto più scadenti. Non è sempre il prezzo a determinare ciò. Infatti, non è detto che un prodotto sia “buono” solo perché costa di più.
Nello specifico, se il tonno è inquinato è un grosso problema, poiché è risaputo che è il cibo preferito dei salutisti che hanno fretta, palestrati, e soprattutto studenti fuorisede! Chi non mangia del pesce in scatola durante la settimana? Proprio per questo ci vuole una guida mirata per fare la spesa. Ecco quali non prendere sono… spazzatura!
Tecnica per il tonno inquinato, come capirlo: evita questi codici
Non è una questione che possono comprendere solo i più abili nutrizionisti, ma si tratta di conoscenze che sono contraddistinte da pura praticità. Infatti, una volta fatta conoscenza di questa informazioni, anche un bambino può capirlo da solo se il tonno è inquinato o meno. Ragion per cui non bisogna pensare di perdere tempo, perché è evidente quale sia buono e quale no.
Da come si capisce se si tratta di pesce buono o meno? Nella confezione del prodotto ci sono tanti numeri. No, non si fa riferimento soltanto alla data di scadenza, piuttosto si attiene a dei dettagli che di solito si danno per scontati, ma che in realtà risultano essere degli elementi che fanno una grande differenza. In base a dove è pescato il pesce si determina se è buono o meno. Questo sempre in relazione alle condizioni di inquinamento dei mari.
Secondo le varie indagini del WWF quando si gira la confezione e si cerca il codice FAO è possibile rilevare la zona di pesca dalla quale è stato prelevato il prezioso abitante del mare. Inoltre, può informare anche sull’impatto ambientale che c’è stato. Bollino verde, quindi assolutamente da preferire, per il Pacifico Occidentale e Centrale. I codici che ne attestano l’appartenenza sono 61, 71, 77 e 81, poiché si impiegano anche metodi sostenibili come le lenze a mano.
Segue la seconda scelta, quella del Pacifico o dell’Atlantico, che non presenta dei metodi di pesca proprio corretti, ma comunque tollerabili. I codici di riferimento sono 21 e 87. Quindi, un buon bollino giallo nel semaforo della nutrizione. Ultimo, decisamente da evitare con bollino rosso è l’Oceano Indiano che ha i codici 51 e 57 poiché si rischia indirettamente si sostenere la pesca non ecosostenibile e condizioni di inquinamento.